Lo sfuggente gatto delle sabbie
NEL cuore dell’arido deserto il gatto delle sabbie esce dalla tana e resta immobile. Si guarda intorno e tende gli orecchi. Poi, quatto quatto, inizia la sua silenziosa incursione nel buio della notte.
Tutt’a un tratto si avventa su una preda ignara: è un gerbillo, un piccolo roditore. La perlustrazione riprende, e si protrae per tutta la notte, intervallata da balzi improvvisi con cui il felino piomba sulle malcapitate prede. Se ne cattura più del necessario, seppellisce “gli avanzi” nella sabbia. Alle prime luci del mattino il gatto delle sabbie torna nella tana, e raramente lo si vede in giro durante il giorno. Consideriamo alcune caratteristiche di questa creatura così difficile da avvistare:
Il gatto delle sabbie ha un udito molto sensibile, grazie al quale riesce a individuare una preda anche se nascosta sottoterra
Per trovare una compagna, il maschio emette un forte richiamo simile a un latrato che, grazie al finissimo udito di questi animali, può essere percepito a grande distanza
I cuscinetti del piede sono ricoperti da uno strato di pelliccia, il quale impedisce che le zampe sprofondino o si scottino nella sabbia arroventata
La superficie interna degli orecchi è ricoperta da uno spesso strato di pelo bianco, una protezione contro la sabbia sollevata dal vento
Il gatto delle sabbie è difficile da scovare perché le tracce che lascia, grazie allo spesso strato di pelliccia che ricopre i suoi piedi, sono praticamente invisibili
Il gatto delle sabbie è in grado di sopravvivere ricavando i liquidi necessari dalle prede di cui si nutre
In certi periodi la sabbia del deserto del Karakum può raggiungere gli 80 gradi centigradi. In altri momenti invece la sua temperatura può scendere fino a -25 gradi